Il CXL “ accellerato” utilizza un sistema capace di ridurre il tempo della procedura da circa un’ora a circa 15 minuti, ma soprattutto di effettuare un linking più omogeneo e completo, esteso alle porzioni più periferiche della cornea, grazie ad un dispositivo più potente ed un fascio di irradiazione con profilo concavo che si adatta alla curvatura corneale. Anche la sicurezza è superiore, non soltanto l’efficacia, al punto che si possono trattare cornee di spessore minimo sino a 325 micron.
La tecnica utilizzata puo essere epi-off (con rimozione dell’epitelio) o epi-on ( transepiteliale).
Attualmente la tecnica prevede un ulteriore protocollo “pulsato” che consente, attraverso l’aumento dell’ossigenazione corneale durante la fase off, un maggiore volume di cross-linking delle lamelle corneali.
L’intervento di crosslinking accellerato
Per l’intervento di cross-linking accellerato non è necessario nessun ricovero e può essere eseguito durante tutto il periodo dell’anno.
Viene eseguito una sola seduta che può essere, se necessario ripetuta nel tempo.
Prevede l’instillazione di vitamina B2 o riboflavina in collirio nella cornea, che viene poi sottoposta ad una irradiazione ad alta fluenza che dura a seconda della scelta del chirurgo da 2,40 a 15 min.
Con questa nuova tecnica la durata totale dell’intervento non supera i 15 minuti riducendo l’assottigliamente corneale intraoperatorio, migliorando il confort del paziente e con tempi di recupero postoperatori migliori rispetto alle tecniche tradizionali.
L’intervento di cross-linking corneale permette di rinforzare la struttura della cornea affetta da cheratocono o ectasia postrefrattiva attraverso l’intreccio e l’aumento dei legami tra le fibre del collagene corneale (cross-linking).
PixL : Photorefractive Intrastromal Cross-linking
La tecnica Pixl e’ il futuro del crosslinking. Questa tecnica consente di effettuare un trattamento totalmente personalizzato per ogni singolo occhio di ogni paziente. Il crosslinking viene modulato sulla base della topografia del paziente in modo tale da erogare diversi livelli di energie a seconda della curvatura della cornea. I risultati preliminari dei nostri studi dimostrano che oltre all’arresto del cono si ha una riduzione della curvatura corneale ed un appiattimento statisticamente superiori rispetto alle trattamenti di crosslining convenzionali.